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martedì 24 gennaio 2012

La Pace del Cuore - 4

"[...] La pace interiore non è solamente una condizione della lotta spirituale, essa ne è - molto spesso - il fine. E' molto frequente che la lotta spirituale consista esattamente in questo: difendere la pace interiore dal nemico che si sforza di rapircela. [...] E' errata la convinzione che, per riportare la vittoria nella lotta spirituale, occorra vincere tutti i nostri difetti, non soccombere mai alla tentazione, non avere più debolezze e mancanze. Su questo terreno saremmo immancabilmente sconfitti! [...] al contrario, la vera lotta spirituale, più che nel perseguire una invincibilità ed una infallibilità assolutamente fuori dalla nostra portata, consiste principalmente nell'imparare a non turbarci eccessivamente quando ci capita di essere miseri e a saper approfittare delle nostre cadute per rialzarci più in alto. Cosa sempre possibile, a condizione di non perderci d'animo e di conservare la calma.[...] Uno degli aspetti dominanti della lotta spirituale è la lotta sul piano dei pensieri. Spesso consiste nell'opporre a pensieri che provengono dal nostro spirito, dalla mentalità che ci circonda, oppure dal nemico e che ci turbano, ci spaventano o ci scoraggiano, dei pensieri che possano confortarci e ristabilire in noi la pace. [...] Una delle affermazioni che deve esserci sempre presente è che tutte le ragioni che ci fanno perdere la pace sono sempre delle cattive ragioni. Questa convinzione non può certo basarsi su considerazioni umane, ma è una certezza di fede, fondata sulla parola di Dio. Non poggia sulle ragioni del mondo; Gesù ce lo ha detto chiaramente:"Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore" (Gv 14,27). Se cerchiamo la pace coma la dà il mondo, cioè se ci aspettiamo una pace secondo i criteri di vita che fanno dipendere lo stato interiore dal buon andamento delle cose esteriori, dall'assenza di contraddizioni, dalla realizzazione di tutti i nostri desideri ecc., sicuramente non saremo mai in pace, oppure la nostra pace sarà estremamente fragile e di breve durata. Per noi credenti, il motivo essenziale per il quale possiamo rimanere sempre nella pace non viene dal mondo:"Il mio regno non è di questo mondo", dice Gesù (Gv 18,36); viene dalla fiducia nella promessa del Signore. Quando Egli afferma di donarci la pace, di lasciarci la pace, questa è parola divina ed ha la stessa forza creatrice di quella che ha fatto sorgere dal nulla il cielo e la terra; lo stesso potere di quella che ha calmato la tempesta o di quella che ha guarito i malati e resuscitato i morti. Poichè Gesù dice - per ben due volte! - che ci dà la Sua pace, noi crediamo di averla in possesso e che essa non venga mai ritirata:"I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili" (Rm 11,29). Siamo noi che non sempre li sappiamo accogliere e conservare, perchè molto spesso manchiamo di fede. "Vi ho detto questo perchè abbiate pace in me. Voi avrete tribolazioni nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33). In Gesù possiamo sempre dimorare nella pace, perchè Egli ha vinto il mondo, ha vinto ogni male e peccato, perchè è risuscitato dai morti. [...] Partendo da questo incrollabile fondamento della fede, esamineremo più avanti alcune situazioni nelle quali ci capita sovente di perdere più o meno la pace del cuore, cercando di superarle alla luce dell'insegnamento del Vangelo. Prima però vorremmo far capire quale è, da parte nostra, la condizione fondamentale per essere in grado di ricevere la pace promessa da Gesù."
Tratto dal libro "La pace del cuore" di Jacques Philippe

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